«Accogliamo con favore l’esito del ricorso. Tuttavia, riteniamo necessario esprimere altre valutazioni nel momento in cui saranno disponibili le motivazioni del pronunciamento». I partiti in Regione esultano all’unisono, ma senza far rumore: la Corte dei Conti, convocata ieri a sezioni riunite in sede giurisdizionale a Roma, ha infatti accolto il ricorso presentato dai gruppi consiliari di viale Aldo Moro in seguito ai rilievi che gli stessi giudici della sezione emiliana avevano mosso nel 2013 riguardo presunte “spese pazze”.
La decisione del tribunale dei conti si è concretata nell’annullamento della deliberazione 120/2014, con cui era stata chiusa la procedura di controllo sui rendiconti del 2013. Non solo. La Corte ha anche invalidato la deliberazione 94/2014, attraverso la quale aveva chiesto ai gruppi giustificazioni in merito alle spese contestate.
Decade, quindi, anche la pronuncia che aveva colpito direttamente il consigliere pentastellato Andrea Defranceschi, sospeso dal Movimento a maggio scorso per questo motivo, oltre che per essersi schierato contro il lavoro dei magistrati. «La Corte di Conti alla quale ho fatto ricorso ha annullato la delibera che mi imputava l’irregolarità del pagamento anticipato dei due contratti di lavoro, ritenendo che non ne sussistano i presupposti, sottolinea Defranceschi.
«Una vittoria non solo mia ma di tutto il Movimento, che dà prova di essere di una pasta diversa. Che dimostra che amministrare con responsabilità, cura e, soprattutto, onestà si può. Quando gli si imputa di aver commesso un’irregolarità, un rappresentante a cinque stelle chiede spiegazioni, si sottopone a controlli e ci mette la faccia. E se sbaglia paga in prima persona, come ero pronto a fare io», conclude il consigliere regionale.
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Accolto il ricorso dei gruppi”