Amalgamare all’impasto del pane un pizzico di sale in meno può apportare benefici per la salute senza sacrificare il buon sapore del farinaceo che troneggia sulle nostre tavole. Ne sono convinti l’Ausl di Bologna e l’Associazione Panificatori, autori di un accordo che prevede, per i produttori che aderiscono, una diminuzione della percentuale di sale, che passa dal 2% all’1,7%, rispetto al peso della farina impiegata, per tutto il pane prodotto.
E l’adesione dei forni bolognesi non si è fatta attendere: in 30 hanno già sottoscritto la campagna e segnaleranno ai clienti la svolta “desalinizzante” con l’esposizione di apposite vetrofanie con la scritta “Meno sale”.
Sull’effettiva sottrazione di cloruro di sodio, principale indiziato nell’aumento della pressione arteriosa e nell’insorgenza di disfunzioni renali, veglieranno gli ispettori dell’Ausl, che faranno la spola tra i panifici aderenti per effettuare prelievi e controlli.
“L’intesa – spiega Francesco Mafaro, presidente dell’Associazione Panificatori – comporta un forte abbattimento del sale, che non porterà variazione al piacere del gusto del prodotto e che, al tempo stesso, garantirà grandi vantaggi alla salute dei consumatori”.
“Quella di mangiare con meno sale – insiste Emilia Guberti, direttrice del servizio Igiene, alimenti e nutrizione dell’Ausl di Bologna – è una scelta salutare”. Che, a quanto pare, non comporta rinunce sul piano della sapidità dell’alimento: “Per abituare il palato basta una settimana – garantisce Guberti – con il vantaggio aggiuntivo di arrivare a percepire meglio i sapori base”.
Per ora l’iniziativa non sembra destinata ad essere estesa anche alle mense scolastiche; nel circuito della ristorazione pubblica, infatti – spiega ancora la titolare del servizio Igiene – l’assestamento della ricetta del pane su più bassi livelli di sale è già avvenuto, seppure non nelle stesse percentuali dell’iniziativa presentata oggi.
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Intesa tra i forni e l’Ausl”