Nella sala stampa di Maranello siedono un contrito Montezemolo e un annoiato Marchionne. Il passato e il futuro della Ferrari sono gomito a gomito (forse bisognerebbe dire giacca a maglione). «Finisce un’epoca, inizia un nuovo ciclo – afferma l’ormai ex presidente del Cavallino – La nostra azienda avrà un ruolo importante nella quotazione a Wall Street». Arriva così il momento del ricordo degli anni in Ferrari, 23 per la precisione, delle vittorie, «Ho ancora negli occhi le lacrime dell’Avvocato Agnelli per la vittoria dei mondiali del 2000 in Giappone» afferma commosso Montezemolo, degli uomini che hanno fatto grande il marchio modenese nel mondo, come Jean Todt e Michael Schumacher, dimesso ieri dalla clinica di Losanna dove era ricoverato in seguito ad un terribile incidente sugli sci. Dopo un saluto scherzoso ai giornalisti che scrivono tante “cavolate” arriva il saluto ai tifosi della rossa: «E’ il più importante per me, li ringrazio e gli prometto il massimo impegno dell’azienda per tornare in futuro ai risultati di un tempo».
E’ a questo punto che interviene Sergio Marchionne che, ricollegandosi alle “cavolate” comparse sui giornali, smentisce quanto apparso su alcune testate a proposito dell’incorporazione della Ferrari nel gruppo Fca: «Non ci sarà alcuna integrazione degli operai Ferrari in Fca.- rassicura Marchionne – Proteggerò l’integrità e l’indipendenza del marchio che non diventerà parte del Mass Market automobilistico. Voglio conservare la libertà strategica e operativa della Ferrari». Saluta il presidente uscente e suo amico Luca Cordero di Montezemolo spiegando, ai poveri “italici” in sala, che la successione all’interno di un’azienda delle dimensioni della Ferrari è un passo inevitabile, un processo di governance che viene affrontato e programmato da tutte le aziende e aggiunge che in azienda si sa già chi potrebbe venire dopo di lui.
La palla passa ai giornalisti e Montezemolo regala un momento di leggerezza fingendo di andarsene. Marchionne striglia, chiarisce e tranquillizza la stampa: «La Ferrari non è americana e non credo che Luca lo abbia mai affermato. A ottobre nascerà una nuova società olandese dalla fusione di una italiana e di una olandese che sarà quotata sia negli Stati Uniti che nel nostro Paese. – e aggiunge- Produrre fuori da questo territorio è inconcepibile». Di americana ci sarebbe la nuova 12 cilindri da 2 milioni e 500 mila euro in preparazione a Maranello per festeggiare l’ingresso alla borsa di New York, scherza ancora Montezemolo che a proposito di un possibile aumento della produzione in casa Ferrari, ora fermo a 7000 unità l’anno, spiega che ci sarà un lieve aumento fisiologico per evitare le lunghe liste d’attesa ai clienti. Marchionne si mostra fiducioso per la quotazione in borsa fissata per il 13 ottobre e prevede un rialzo del titolo sul mercato (oggi Fiat ha segnato un +1,6%) ma torna a ribadire anche l’importanza di tornare a vincere in pista. Chissà quale delle due ragioni prevale nel cuore di Marchionne?