MILANO – Paolo Maldini non le manda a dire, lo storico capitano rossonero, che per anni è stato il simbolo della squadra, e che a fine carriera, è stato liquidato senza troppi complimenti dal club, entra a gamba tesa sulla società milanista. La sua è una vicenda che ricorda un po’ quella di Alex Del Piero, un’altra bandiera italiana costretta ad andare in Australia per continuare a giocare. Maldini è un fiume in piena: “Hanno distrutto il mio Milan. Provo rabbia e delusione”. Dalle colonne della Gazzetta dello sport, il numero 3 per eccellenza lancia il suo urlo: ”Mi fa male vedere che stanno buttando quanto costruito con fatica in 10 anni”.
“Galliani si sente onnipotente. Fa tutto lui e questo non e’ possibile. Se ti affidi sempre agli stessi procuratori, a uno in particolare, una volta puo’ farti fare l’affare, altre no”, la stoccata all’ad rossonero è palese, la rasoiata a Mino Raiola è coperta solo da un sottile velo retorico di politically correct. Questo Milan non funziona e va riformato, non è il tempo dei ritocchi, ma delle rivoluzioni e chissà che il popolo rossonero non veda in Paolo, il capitano di mille battaglie, l’uomo giusto per tornare ai fasti di un tempo. ”Prima – continua Maldini – c’era Leonardo, che aiutava a capire se un giocatore era adatto al Milan o no. Ricordo che quando Leo mi voleva a tutti i costi per fare il direttore sportivo, Galliani disse: “E’ una figura superata”.
Capitolo Barbara Berlusconi: “Non so se e’ in grado di guidare il Milan. Dipende da chi si circondera’. Non credo sia esperta di calcio e calciatori. Con lei ho avuto due colloqui, dopo la divisione delle competenze sono stato indicato come il successore di Galliani per l’area tecnica, ma io non ho piu’ sentito nessuno. Lei mi voleva per trasmettere tutto cio’ di cui abbiamo parlato finora, io ero pronto per un ruolo nell’ambito sportivo, ma non c’e’ stato un seguito”.
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