ROMA – Cambiano i governi, ma lo scontro tra politica e magistrati non finisce mai.
«La riforma della giustizia è inefficace e frutto di compromesso», denuncia l’Associazione nazionale magistrati. Il riferimento è alla riforma della giustizia presentata dal ministro Andrea Orlando. Una riforma che, secondo l’Anm, contiene «norme punitive ispirate a logiche del passato».
La polemica in realtà non inizia oggi. Già nelle scorse settimane c’erano state voci contrarie alla riforma annuncia dal guardasigilli. Un punto da tempo critico è quello che riguarda la responsabilità civile dei magistrati. «Offendono la magistratura con l’insinuazione che la crisi della giustizia dipenda dalla nostra presunta irresponsabilità e scarsa produttività», scrive in una nota l’associazione che definisce «superficiale» la riforma.
Dal Pd non sono stati a guardare le rimostranze dei magistrati. Per i democratici il motivo del contendere sono le ferie, passate da 45 giorni a 25. «Questo è bastato per scatenare una rivolta nella categoria», attaccano i senatori Claudio Moscardelli e Francesco Scalia. E infatti la riduzione dei giorni di vacanze non è stato accolto benissimo dall’Anm. Tanto che «se la notizia fosse confermata», annuncia, saremmo di fronte a un «grave insulto», anche perché deciso senza «previo confronto».
La giornata di oggi era iniziata con altre polemiche verso il governo. «A distanza di 12 giorni, dove sono finiti i decreti “Sblocca Italia” e giustizia civile?». La domanda arriva da Renato Brunetta, ma poi viene sottoscritta anche da Arturo Scotto di Sel. Il caso riguarda il decreto legge, approvato in consiglio dei ministri il 29 agosto e presentato come misura per il rilancio dell’economia, ma non ancora inserito in Gazzetta Ufficiale.
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“Sono norme punitive””