Quando il furore del jazz chiama, Bologna risponde. Fiorito dalla commistione di impeti culturali sospesi tra Europa e continente africano, che si tesero la mano nella New Orleans dei primi del ’900, il genere musicale di Duke Ellington, Miles Davis e John Coltrane è di casa sotto le due torri grazie al Bologna Jazz Festival. Anche la nona edizione, attesa per novembre 2014, promette di avvincere il pubblico degli appassionati con un cartellone di nomi eccellenti.
A svelarli in anteprima, Federico Mutti. Da due anni Il trentenne regista ha raccolto l’eredità del padre Massimo, che, dal 2006, della rassegna per jazzofili più importante sotto le due torri era stato ideatore e instancabile animatore.
Il programma di quest’anno, ancora in via di definizione, può già ammantarsi del prestigio di alcuni dei jazzisti più apprezzati dalle platee internazionali: Dee Dee Bridgewater, Bill Frisell, Charles Lloyd, John Scofield, Steve Swallow e Carla Bley si avvicenderanno sui palchi di teatro Manzoni, Arena del Sole e teatro Duse dall’1 al 22 novembre.
Con una costola del festival riservata alla città di Ferrara e un programma collaterale di concerti nei principali locali jazz di Bologna (Cantina Bentivoglio e Bravo Caffé), il genere che ha esaltato ai massimi livelli il trasformismo strumentale e la poetica dell’improvvisazione, forgiando generazioni di acrobati della melodia estemporanea, punta ad allargare la sua sfera di influenza anche ai non appassionati.
Mentre, per ripagare “lo zoccolo duro di appassionati” che di anno in anno si mantiene fedele all’appuntamento con il Bologna Jazz Festival, gli sforzi del comitato artistico si sono condensati nell’allestimento in una politica di sconti e facilitazioni, che ha al centro la Bologna Jazz card, tessera di accesso privilegiato che – afferma Mutti – “premia il nostro pubblico con uno sconto di oltre il 30%”. Chi la sottoscrive diventa membro dell’associazione culturale Bologna in Musica, “può partecipare alle riunioni del comitato artistico del festival e contribuire alla sua organizzazione, fornendo spunti per i nomi degli artisti, aggiunge Mutti.
Alla card si lega anche la collaborazione intrecciata dalla rassegna con Bilbolbul, festival internazionale del fumetto, che animerà la città felsinea nello stesso periodo di novembre. Al tratto raffinato del fumettista Manuele Fior, che della prossima edizione della manifestazione bolognese dedicata al fumetto sarà uno dei protagonisti più attesi, è stata affidata l’iconica illustrazione della Bologna jazz card, un sinuoso trombettista ripiegato con grazia a suonare il suo strumento.
Quanto ai concerti, ad inaugurare gli appuntamenti della rassegna sarà Dee Dee Bridgewater; l’acclamata interprete, erede della tradizione delle grandi voci femminili del jazz, calcherà il palco del teatro Manzoni il 1 novembre con una libera esplorazione del suo ampio repertorio, forte di incursioni jazz, soul e pop.
Il 4 novembre sarà il turno di Bill Frisell. Il musicista di Baltimora, virtuoso della chitarra e alfiere dell’avanguardia jazz dagli anni ’80, ha intrapreso un originale percorso di rivisitazione delle radici musicali americane all’insegna dell’improvvisazione jazzistica. Il concerto bolognese, in compagnia del suo trio di musicisti, sarà occasione per presentare in anteprima “Guitar in the Space Age!”, il suo nuovo progetto musicale.
Il 14 novembre toccherà, invece, al Charles Lloyd Quartet calcare il palco dell’Arena del Sole. Il talentuoso sassofonista di Memphis, discepolo di John Coltrane, dopo decenni di indefessa attività e un parziale allontanamento dalla scena jazz, porterà sotto le due torri il vitalismo della sua nuova giovinezza musicale.
Il 20 novembre sarà la volta di John Scofield. Il chitarrista statunitense, forse l’ultimo collaboratore di Miles Davis che abbia saputo conquistarsi una notorietà internazionale dopo la fuoriuscita dal suo gruppo, si esibirà con Medeski Martin & Wood, trio di funamboli dell’avant-groove con cui Scofield ha intrecciato da anni una feconda collaborazione.
Infine, il 22 novembre, protagonisti di un palcoscenico ancora in fase di definizione saranno il basso di Steve Swallow, pioniere nell’uso di questo strumento nel jazz, e l’organo della compagna Carla Bley, tra i nomi più fulgidi della scena free jazz degli anni ’60.
No Responses to “Jazz Festival torna in autunno con i mostri sacri del genere”