ROMA – Il 2013 segna un crollo delle pensioni liquidate, anche a seguito della stretta prevista dalla riforma Fornero. Il 43% dei pensionati non arriva a 1000 euro lordi al mese. Tra questi, il 13,4%, (più di 2 milioni di anziani) riceve meno di 500 euro”. Sono i dati principali forniti dall’Inps.
Saldo in rosso di 10 miliardi Il 2013 evidenzia ”un saldo negativo di 9,9 miliardi dovuto in larga parte” alla fusione con l’Inpdap. Il patrimonio netto è invece pari a 7,5 miliardi (dato di preconsuntivo), valore che ”migliora” tenendo conto della legge di stabilità. Per questo non è a rischio la ”sostenibilità del sistema pensionistico”.
Pensioni donne più leggere Le pensioni per le donne risultano ancora quasi di un terzo più leggere: nel 2013 a fronte di un reddito pensionistico medio pari a 1.297 euro lordi al mese, le donne si fermano a 1.081, importo del 30,1% (-466 euro) inferiore rispetto a quello degli uomini (1.547 euro). L’Istituto inoltre rileva come ”Il 73% dei pensionati Inps percepisce una sola pensione”, mentre ”il restante 27% cumula due o più”.
Crollo pensioni per effetto Fornero Lo scorso anno sono crollate le nuove pensioni liquidate, anche in conseguenza della tanto criticata riforma Fornero. Le nuove liquidazioni mostrano per i dipendenti privati un calo del 32% per le pensioni di anzianità e anticipate, e del 57% per la vecchiaia. Ciò a causa “dell’elevazione del requisito di anzianità contributiva” e “dell’innalzamento dell’età pensionabile”, spiega l’Inps. I titolari delle nuove pensioni di anzianità e anticipate hanno un’età media di 59,3 anni e un’anzianità contributiva di 39,7 anni. Per le nuove pensioni di vecchiaia l’età media dei titolari alla decorrenza è di 63,8 anni con un’anzianità contributiva pari in media a 25,1 anni.
Per gli autonomi pensioni aumentano Quanto ai lavoratori autonomi si registrano, invece, incrementi del 23,7% e del 12,1% rispettivamente per pensioni di anzianità e anticipate e per quelle di vecchiaia, “dovuti a un effetto di trascinamento della disciplina antecedente la riforma Monti-Fornero”.
Dipendenti pubblici Per i dipendenti pubblici le pensioni di anzianità/anticipate e quelle di vecchiaia subiscono un tracollo del 50% a confronto con il 2012 “in virtù dell’innalzamento dei requisiti di accesso”. Infatti “l’età media di ingresso al pensionamento di anzianità/anticipata è di 61 anni, con un’anzianità contributiva pari in media a 39,6 anni, mentre per le nuove pensioni di vecchiaia l’età media dei titolari alla decorrenza è di 65 anni con un’anzianità contributiva media pari a 32,4 anni”.
Il Commissario straordinario Inps: “Spesa pensioni a 16,3% Pil”. “La nuova architettura che si è andata delineando, un contributivo a ripartizione” aiuta anche a “tenere sotto controllo il rapporto tra spesa pensionistica e Pil”, indirizzandolo verso i valori medi europei. “Eravamo al 14% circa prima della crisi, siamo al 16,3%, saremmo stati oltre il 18% senza le recenti riforme, grazie alle quali arriveremo al 13,9% nel 2060″. Così il commissario straordinario dell’Inps, Vittorio Conti, nella relazione annuale al Parlamento, parlando delle simulazioni della Ragioneria generale dello Stato.
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