Dalle documentazioni acquisite, le sue spese extra superano i 4mila euro, e riguardano pranzi, cene e rimborsi chilometrici. Il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini, indagato nell’ambito della maxi-inchiesta “spese pazze” in Regione, e ancora in corsa per le primarie alla guida di via Aldo Moro, è stato sentito in Procura questo pomeriggio per fornire chiarimenti sulla sua posizione. Dopo l’incontro con i pm, durato circa tre ore, il responsabile nazionale enti locali del Pd ha lasciato in tutta fretta le stanze di via Garibaldi uscendo dal retro, per evitare le domande dei cronisti.
È un’inchiesta a tutto campo, che lambisce tutti i colori politici presenti nel Consiglio regionale, quella per peculato inaugurata dalla procura bolognese nel settembre del 2012. Sotto la lente degli inquirenti, infatti, vi sono i capigruppo di Pd, Pdl, M5S, Udc, Lega Nord, Sel, Verdi, Idv, Gruppo Misto e Fds, oltre agli otto consiglieri dem di cui si è saputo nelle ore scorse e alle nuove iscrizioni che, con tutta probabilità, subentreranno nei prossimi giorni.
Rimane dunque indefinito il numero complessivo dei consiglieri indagati dai sostituti procuratori Morena Plazzi e Antonella Scandellari, coordinati dal procuratore capo Roberto Alfonso e dall’aggiunto Valter Giovannini. Il dato certo riguarda, invece, le più recenti iscrizioni nel registro delle notizie di reato, ossia quelle di Bonaccini e Richetti, effettuate sicuramente prima di ferragosto scorso in seguito al deposito delle informative da parte delle Fiamme Gialle.
L’ha fatto sapere lo stesso procuratore Giovannini, che ha diffuso stamane una breve nota con cui si fa luce sulle tempistiche adottate dall’Autorità guiudiziaria: «La Procura ha lavorato anche ad agosto. Le richieste ex art. 335 del codice di procedura penale sono giunte, rispettivamente, lunedì 8 e martedì 9 settembre dai difensori di Bonaccini e Richetti, i quali hanno immediatamente ottenuto le certificazioni richieste. Questi i fatti. Noi continueremo a lavorare con serietà e in silenzio».
Intanto, gli effetti delle scosse giudiziarie di queste ultime ore si stanno inevitabilmente ripercuotendo anche sulle liste di candidati al Consiglio regionale. Soprattutto su quelle del Pd, più vicine alla definizione perché piene di ricandidature da parte di consiglieri uscenti.
La posizione dei due maggiori volti del Pd emiliano sono quindi sostanzialmente definite, se non altro perché i relativi legali, Vittorio Manes e Gino Bottiglioni, hanno ottenuto, come avviene in molti altri casi, l’accesso agli atti d’inchiesta. Allo stato attuale, Bonaccini, candidato di spicco alle primarie in Regione, e Richetti, che invece si è tirato indietro, risultano gli unici consiglieri ad aver fatto istanza ex art. 335 cpp, attraverso cui qualunque privato cittadino può appurare l’esistenza di indagini a suo carico. Non è escluso che, nelle prossime ore, anche il parlamentare renziano della prima ora venga ascoltato in Procura.
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Bonaccini sentito in Procura”