E’ l’ennesima mattinata di protesta, per le ventisette persone lasciate a piedi da Newlat, l’azienda che ha acquisito il pastificio Corticella. Un presidio davanti alla sede, ormai chiusa, per chiedere alla proprietà di rispettare gli accordi: l’azienda, infatti, si era impegnata a riconoscere, una volta terminati gli ammortizzatori sociali in deroga, diecimila euro per lavoratore come risarcimento danni per la perdita dell’impiego. “La lotta paga”, esulta Vincenzo Grimaldi, segretario della Flai-Cgil Emilia-Romagna, annunciando che “al termine del presidio di oggi abbiamo ottenuto la data per il tavolo”. I rappresentanti del sindacato incontreranno la direzione aziendale martedì 23 settembre, nella sede di Unindustria Bologna. La vicenda del Pastificio Corticella, un’istituzione a Bologna dal 1948, va avanti da anni: lo stabilimento era stato chiuso nel dicembre 2011, con tutti i dipendenti messi in cassa integrazione. Inizialmente si pensava a una conversione della fabbrica, concentrando a Bologna le produzioni in giro per l’Italia, poi sembrava che si dovesse costruire un complesso alberghiero che avrebbe assunto tutti i lavoratori. Progetto anche questo archiviato, mentre nel 2013 la Newlat acquistava due stabilimenti in Germania. “Ma intanto chiude gli stabilimenti in Italia”, puntualizza caustica la Cgil.