MACERATA – E’ senz’altro prematuro parlare di allarme ebola in Italia, ma sembrerebbe che il temibile virus causa della febbre emorragica sia piombato anche nel nostro Paese: questa mattina una donna di 42 anni di origini nigeriane è stata ricoverata nell’ospedale di Civitanova Marche – in provincia di Macerata- con sintomi simili alla malattia, anche se la diagnosi non è stata per ora confermata.
La donna, tornata sei giorni fa dalla Nigeria, uno dei paesi in cui il virus si è diffuso dopo aver colpito Liberia, Guinea e Sierra Leone, ha manifestato febbre a 38° C, dolori muscolari, nausea e vomito, avvisaglie che hanno fatto scattare un campanello d’allarme nella Regione Marche, che ha immediatamente attivato il protocollo di allerta.
A confermare i sospetti che il virus possa essere “sbarcato” in Italia, l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani, che ha ribadito che la Regione in queste ore sta acquisendo tutte le informazioni e ha subito attivato il protocollo di allerta, dato che la donna è rientrata in Italia da meno di 21 giorni, periodo massimo di incubazione del virus.
“Nessun allarmismo, ma massimo rispetto dei protocolli previsti dal Ministero della Salute – ha spiegato Mezzolani -. Siamo in attesa dell’esito degli esami, che sono stati inviati allo Spallanzani a Roma”. Intanto, si apprende dal ministero della Salute che la donna – trasferita per precauzione nell’ospedale regionale di Torrette, nel Reparto malattie infettive – sarebbe in apparenti buone condizioni di salute.
Sarebbe dunque questo il primo, (presunto, è il caso di ribadirlo) caso di Ebola nel nostro Paese, dopo che solo ieri l’Oms aveva lanciato l’ennesimo allarme, denunciando che il virus in Liberia è ormai fuori controllo, mentre gli Stati Uniti stanno considerando ulteriori aiuti da stanziare per i Paesi colpiti. Prima di parlare però di vera emergenza, è bene rimanere cauti, come ha spiegato Stefano Vella, direttore del dipartimento farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo il quale “anche se fosse confermato che si tratta di Ebola, è altamente improbabile che il virus si diffonda in Italia, grazie alle nostre condizioni igieniche sanitarie. Inoltre i sintomi dell’Ebola sono comuni a molte altre malattie”. Quindi per verificare che si tratti realmente del virus bisognerà verificare cosa abbia fatto la donna nel corso della sua permanenza in Africa e “ricostruire il viaggio e le attività svolte, perché questa epidemia si diffonde venendo a contatto direttamente con i malati o con i cadaveri”.
“I sistemi di controllo italiani sono comunque ottimi, l’eventuale diagnosi è certa e questa potenziale malata non trasmetterà a nessuno il virus – conclude Vella -. La straordinarietà di questa epidemia è il fatto che sono morti tantissimi lavoratori sanitari e persone che avevano avuto un contatto stretto con chi aveva Ebola in fase acuta. In fondo, questo è un virus non umano e abbastanza ‘suicida’, perché uccide troppo velocemente i suoi ospiti. Quelli più ‘astuti’ rimangono silenti per molto più tempo”.
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La contagiata sarebbe una donna nigeriana”