Operavano coprendosi con un complicato sistema di telefonate e non solo, a San Lazzaro avevano militarizzato un intero parco dove nascondevano la droga. Ma i carabinieri del centro dell’immediata periferia di Bologna sono riusciti con un lavoro lungo e meticoloso a scoprire l’attività degli spacciatori, tutti marocchini. E’ il Tenente Maurizio Pallante a riferire dell’esito dell’attività investigativa della Compagnia dei Carabinieri di San Lazzaro, che ha portato all’arresto di cinque marocchini accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Il fermo dei marocchini arriva alla fine di una lunga indagine iniziata nel novembre del 2012 con l’arresto di un consumatore di cocaina, spacciatore a sua volta. Grazie al coinvolgimento di una ventina di complici, i cinque erano riusciti a imbastire una fitta rete di traffico che interessava diverse aree della città: San Donato, la Dozza e il Pilastro. «A San Lazzaro avevano militarizzato un intero parco. Si tratta di aree frequentate da famiglie con bambini e questo ci ha spinto nella forte operazione di contrasto», spiega Pallante.
I marocchini, di età compresa tra i 30 e i 26 anni, operavano sulla base di un complicato sistema di telefonate secondo il quale gli acquirenti contattavano dapprima loro, i vertici del sistema, per poi essere reindirizzati allo spacciatore di turno o a quello a loro più vicino. Con una media di centocinquanta/duecento clienti al giorno, l’organizzazione riusciva a guadagnare fino a 1500 euro ogni ventiquattrore. «La clientela era decisamente varia» continua Pallante «c’erano professionisti, imprenditori e studenti di tutta la provincia. E’ capitato che pagassero anche con merce rubata, come pc o biciclette, alimentando il mercato dei reati predatori. Inoltre, l’ottima qualità della cocaina smerciata, faceva sì che i consumatori si trasformassero, a loro volta, in spacciatori».
Dunque, ai Carabinieri di San Lazzaro è stato richiesto non solo un paziente lavoro di osservazione, ma anche di fingersi frequentatori abituali delle piazze degli spacciatori. Così, ai primi arresti necessari per convalidare le ipotesi investigative, ha fatto seguito il fermo dei cinque marocchini, i vertici dell’organizzazione. Nonostante siano stati trovati con un biglietto di sola andata per il Marocco, il Gip Santucci non ha riconosciuto il pericolo di fuga, ma ha ritenuto opportuno confermare il provvedimento di custodia cautelare nei loro confronti.
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Spacciavano cocaina in città”