Mare Nostrum o Fontex? Dietro a questi due nomi poco italiani ci sono altrettanti progetti con i migranti come protagonisti. Il primo è un’operazione totalmente italiana, iniziata durante il governo Letta, subito dopo il maxi naufragio che causò la morte di 366 persone nel Mar Mediterraneo.
Mare Nostrum – il nome con cui i romani chiamavano il Mar Mediterraneo- ha lo scopo di perlustrare le acque italiane e soccorrere i barconi avvistati, in modo da evitare tragedie simili a quella dell’ottobre scorso.
Da settimane, però, Angelino Alfano, in quanto ministro dell’Interno, chiede all’Europa di passare alla fase 2, cioè di mettere in panchina Mare Nostrum e dare il via libero a un altro progetto: Frontex plus. Uno stadio un po’ più avanzato di Frontex, l’azione di pattugliamento delle coste europee. La fase successiva consiste nel rafforzamento di queste azioni su un tratto in particolare, le frontiere meridionali dell’Unione Europea.
La novità, rispetto alla missione precedente, riguarda la responsabilità del controllo delle frontiere, che questa volta è affidato all’Europa. Le navi dell’Ue non si spingeranno però in acque internazionali, e avranno un ruolo di solo controllo e non di soccorso umanitario, come invece accade con Mare Nostrum. Inoltre, nel corso del vertice tra il ministro Alfano e il commissario Malmstroem è stato deciso che le barche usate dai trafficanti saranno distrutte, per evitare così che vengano riutilizzate.
Il passaggio avverrà tra un paio di mesi, più precisamente a fine novembre. Inizialmente la partenza di Frontex Plus non significherà la fine di Mare Nostrum, che verrà abbandonato gradualmente, una volta avviato l’altro progetto.
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