BERGAMO – Stamani otto ragazzini hanno avuto un brusco risveglio. Invece che dalla mamma per andare a scuola, sono stati svegliati dall’arresto con l’accusa di detenzione e spaccio di droga. Tutti maschi e tutti italiani, tranne uno, sono già stati affidati a una comunità. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori di Brescia, in seguito a un’indagine cominciata alla fine del 2013. I ragazzini, tranne uno che ha compiuto 18 anni da pochi giorni sono infatti tutti tra i 16 e i 17 anni, spacciavano marjuana e hashish a scuola e nelle sue vicinanze: le cessioni accertate sono almeno 300. I clienti principali erano coetanei, cosa che è costata loro l’aggravante della vendita di droga a minori, ma ci sono anche dei maggiorenni. I carabinieri e la polizia, nel corso di questa indagine, hanno anche individuato e segnalato alla prefettura una cinquantina di consumatori abituali.
La marjuana, a volte acquistata rubando soldi ai genitori, era tenuta a casa a loro insaputa, e anche questa mattina, durante le perquisizioni, ne sono stati trovati 20 grammi e una pianta. Veniva venduta dai 5 ai 10 euro al grammo, a seconda della qualità: la più scadente era chiamata “dorella”, la migliore “tè verde”, mentre l’hashish era “cioccolato”. Tutti dettagli emersi dalle intercettazioni, come anche il metodo utilizzato per lo spaccio: contatti via telefono o Facebook, prenotazioni chiamate “prevendite”, e minacce, sempre in via telematica, quando i pagamenti tardavano.