ROMA – L’Italia obiettivo del terrorismo internazionale: a lanciare l’allarme è il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, durante un’informativa urgente alla Camera. Secondo Alfano, Roma, come culla della cristianità, è un obiettivo “non secondario” dello Stato Islamico, anche se al momento non ci sono “evidenze investigative di progettualità terroristiche nel nostro Paese”.
“Il terrorismo di matrice religiosa veste anche abiti europei lanciando una sfida senza precedenti alla sicurezza mondiale che necessita di una risposta globale”, ha ribadito Alfano. I numeri d’altronde parlano da soli: sarebbero 48 le persone che sono passate dall’Italia, per poi andare a combattere in Siria. Tra queste due con passaporto italiano, uno è il giovane genovese Giuliano Delnevo, ucciso in Siria nel giugno dello scorso anno. Secondo Alfano, è necessario dunque “rafforzare i controlli perché c’è il rischio che l’Italia diventi la ‘porta d’ingresso’ alla Jihad. Particolare attenzione verrà quindi dedicata ai “centri di aggregazione religiosa , che constano di 514 associazioni e 396 luoghi di culto, tra cui le 4 moschee di Roma, Milano, Colle Val d’Elsa e Ravenna”.
“Non si può minimizzare il senso di questa minaccia concreta”, ha continuato il ministro: “Altri elementi di rischio sono dati dal fatto che l’Italia non ha mai fatto mancare il suo appoggio nelle iniziative militari internazionali contro il terrorismo. Gli indicatori che ho citato richiamano alla massima attenzione verso ogni segnale premonitore di rischio anche nei confronti degli interessi italiani all’estero”.
Dunque per Alfano un pericolo reale per il nostro Paese, tanto più che “l’organizzazione che abbiamo davanti, l’Is, ha soldi, uomini, ambizioni che nessuna prima aveva avuto e rappresenta una sfida senza precedenti. “Una minaccia – sostiene il ministro – alla comunità cristiana esposta a persecuzioni. E con gli sbarchi potrebbero giungere persone a rischio, anche se attualmente non è stato riscontrato nessun caso”.
“L’Islamic State – pur avendo dei legami con Al Qaeda – è una forma più aggressiva della matrice fondamentalista – ha aggiunto. La particolare pericolosità dell’Is deriva anche da una certa indipendenza da fonti esterne di finanziamento, dall’acquisita disponibilità di armi e dal raggiunto controllo di importanti fonti energetiche strappato al controllo di Damasco e Baghdad”.
Secondo il Ministro dell’Interno, oltre al potenziamento dei controlli, sarebbe necessaria anche un
rafforzamento delle armi legislative “per affrontare con accresciuta efficacia questo grave e insidioso fenomeno, mettendo mano a nuovi strumenti che tengano conto della evoluzione della minaccia. Bisogna – ha ammonito – che sia sempre possibile contestare il delitto di partecipazione a conflitti armati o ad atti di terrorismo che si svolgano fuori dei nostri confini, anche quando si tratta di un lupo solitario”.
E preoccupazione emerge anche dalle parole del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti: “L’Isis è una minaccia terroristica che si estende chiaramente verso l’Europa”, ha dichiarato il ministro, ribadendo l’importanza di “utilizzare tutti i mezzi per debellare questa minaccia”.
“Il messaggio che dobbiamo dare tutti dovrà essere molto chiaro: questa non è una lotta dell’Occidente contro il mondo musulmano, ma una decisa operazione di contrasto della comunità internazionale contro un’efferata forma di terrorismo”, ha concluso Pinotti.
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Rafforzeremo i controlli””